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Il 58% delle vittime di arresto cardiaco aveva contattato i servizi sanitari nei giorni precedenti

Più della metà delle vittime di arresto cardiaco aveva contattato i servizi sanitari nei giorni precedenti all’evento.

Una ricerca medica condotta dal Dott. Nertila Zylyftari dell’Ospedale Universitario di Copenaghen Herlev e Gentofte (Herlev og Gentofte Hospital), Hellerup, in Danimarca, più della metà delle vittime di arresto cardiaco (58%), aveva già contattato i servizi sanitari nelle due settimane precedenti.

Purtroppo l’arresto cardiaco è letale in pochi minuti se non trattato. Sono 10 i minuti a disposizione, ma solo 5 sono quelli veramente utili per non evitare il sopraggiungere di conseguenze neurologiche date dall’ipossia celebrale.

I minuti a disposizione salgono, anche in modo significativo, nel caso in cui in attesa dell’impiego del defibrillatore, venga effettuata una RCP (Rianimazione Cardio-Polmonare) di qualità.

Una RCP di qualità con costanza prolungata nel tempo, può essere eseguita solo da personale formato e ben preparato nelle manovre di primo soccorso.

L’arresto cardiaco extra-ospedaliero è la 3° causa di morte al mondo.

Il Dott. Nertila Zylyftari sostiene fortemente l’importanza della prevenzione nei soggetti a rischio cardio-circolatorio.

I segnali di allarme dei soggetti che hanno contattato il servizio sanitario nei giorni precedenti all’arresto cardiaco, sono stati alcuni sintomi di malessere generale, come la mancanza di respiro, fastidio al torace e palpitazioni.

Lo studio ha accertato che 28.955 persone avevano avuto un arresto cardiaco extra-ospedaliero durante il periodo di studio di 14 anni (tra il 2001 e il 2014), persone con età media di 72 anni, di cui il 67% uomini.

Analizzando i contatti con il medico di base nelle settimane dell’anno precedente l’arresto cardiaco, hanno constatato che nelle 2 settimane precedenti il contatto era salito del 54% rispetto alla norma.

Mentre negli ultimi anni è stato fatto molto per promuovere la cultura della cardioprotezione, far conoscere il defibrillatore come strumento salvavita, ed anche promuovere formazione delle manovre di primo soccorso anche nel mondo laico, gli aspetti relativi legati alla prevenzione dell’arresto cardiaco a partire dai primi segnali indicatori, sono ancora poco noti, anzi, molto spesso l’arresto cardiaco e l’infarto vengono confusi.

Non si tratta di un aspetto banale se pensiamo che l’arresto cardiaco extra-ospedaliero è la 3° causa di morte al mondo, e solo in Italia ogni anno muoiono 60.000 persone, circa 168 ogni giorno.

E’ quindi importante sia avere le competenze di primo soccorso che un corso BLSD offre, ma allo stesso tempo avere la consapevolezza che in seguito ai segnali di malessere indicati sopra, sia opportuno contattare in tempi rapidi il proprio medico curante oppure recarsi presso una struttura ospedaliera per una visita di controllo.

Prevenzione, formazione e consapevolezza salvano la vita.

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